Spezzare il ritmo

Una delle metafore meglio riuscite, traslando dal mondo del basket, a cui sono molto affezionato, a quello del software, a cui sono ancora più affezionato, è il concetto di ritmo.

Almeno, nel basket viene tipicamente definito ritmo, mentre in ambito software più facilmente si utilizza il concetto di zona, avezzo anche al mondo baskettaro.

Il concetto è semplice: esiste un workflow, una routine, apparentemente non lineare, che permette ad una persona di aumentare concentrazione e consapevolezza di sè stessi.

Gianluca Basile, che vedi nella foto in veste blaugrana, è stato uno dei pioneri, italiani, del ritmo: i suoi tiri ignoranti entrarono nella storia soprattutto quando, alla guida offensiva della nazionale durante le olimpiadi del 2004, ci aiutò a conquistare un impossibile argento alle spalle dell'Argentina di Ginobili.

In cosa consistevano? Apparentemente in una serie di tiri dalla distanza senza senso, fuori ritmo ( ecc ) e in condizioni di marcatura avverse: almeno, ai più sarà apparsa così; sta di fatto che invece i tiri ignoranti, se analizzati con un occhio vigile, avevano una loro routine, e gli spettatori maggiormente attenti sapevano quando Basile ne stesse per scoccare uno.

Insomma, il concetto è quello di avere delle condizioni per cui la persona si "scalda" ed inizia a guadagnare confidenza attraverso delle situazioni a lui familiari, di natura piacevole: non era infatti raro che il "nostro" infilasse una striscia di N tiri ignoranti che lasciavano a bocca aperta gli avversari.

Per gli sviluppatori il concetto è molto simile: entrano in the zone, ovvero un momento, un lasso temporale, in cui riescono ad elaborare e lavorare con maggiore efficacia, qualità e velocità.

Qualcuno vi entra grazie al caffè, qualcuno subito dopo aver scritto un test, qualcuno dopo aver disegnato un class diagram e qualcun altro dopo aver effettuata la propria pausa pomodoro: l'importante è non fare gli allenatori avversari.

Cioè?

Nel basket, per spezzare il ritmo ad un giocatore, o fermare un "parziale" avversario ( ovvero una serie di canestri in rapida successione con le redini del gioco in mano, es. "parziale da sette a zero" ) si ricorre al timeout, ovvero alla pausa forzata, chiamata dall'allenatore la cui squadra subisce.

Un minuto di pausa in panchina e la qquadra in controllo, molto probabilmente, perde il ritmo: cala la concentrazione, l'euforia, la naturalezza dell'eccellenza.

Quindi?

Volete sviluppatori produttivi? Di qualità? Lasciateli fare: chiedergli ogni N minuti come va il loro lavoro, disturbarli frequentemente per avere delle delucidazioni, o richiedere delle informazioni tecniche... sono tutte situazioni che giocano a svantaggio del ritmo.

In fondo il timeboxing funziona evidenziando questa problematica, non ignorandola.

Amen :)