Ci salvano checklist e retrospezioni: quando le buzzword non sono solo moda

Santa Marinella, Domenica 5 Dicembre 2010: un luogo ove 5 ragazzi dimostrano che le buzzword sono coniate ad uno scopo ben preciso, ovvero conoscerle. Ed applicarle.

Lean, kaizen, checklist e retrospezioni, 4 buzzword che spesso si traducono in:

  • "noi siamo agili"
  • "quanto abbiamo fatturato quest'anno?"
  • "abbiamo liste definite di cose da fare"
  • "tra un due tre progetti tiriamo le somme"

senza ovviamente avere tratto il succo da esse.

Ecco, un equipaggio di 6 ragazzi, in rotazione da 5 ( categoria Este24 ), sta applicando queste semplici 4 buzzword e sta riusciscendo nel suo obiettivo.

Semplice.

Per prima cosa siamo partiti da un obiettivo, conoscendoci: per la metà di noi si tratta della prima esperienza di regata, per l'altra metà la seconda.

Impossibile pretendere molto, ergo abbiamo fissato il nostro obiettivo al diventare competitivi con la fine del campionato per prepararsi a quello del prossimo anno.

Detto questo ci siamo allenati per capire la distribuzione dei ruoli e acquisire feeling con la barca: nell'apprendere le nozioni, a cascata, abbiamo tracciato delle checklist ( alcune virtuali, altre stanno su Gdocs :-) ) per non perdere il filo.

Queste checklist sono state fondamentali per fare retrospezioni e capire cosa ci perdevamo; in un secondo momento le retrospezioni ci hanno aiutato nell'affinare i ns fondamentali e tutte le manovre da effettuare in barca, cercando, volta per volta, di ottimizzare i colli di bottiglia che ci si paravano di fronte: in particolare in 3 regate abbiamo bruciato 3 step fondamentali, passando dal non utilizzo del gennaker per mancata fiducia, ad un utilizzo disastroso e ad un suo ammaestramento nella quasi totalità delle manovre che lo coinvolgono ( issata, ammainata, abbattuta ).

I test prima della regata ( allenamenti di Sabato, in particolare ieri il nostro delta cognitivo è stato sbalorditivo, e le manovre pre-regata della Domencia ) sono stati il nostro terreno di allenamento e QA, per quanto potevamo.

Tutto questo costituisce il nostro kaizen. E lo costituirà per molto, a giudicare dall'euforia di giornate come questa.

Da ultimi senza speranze a ultimi in lotta fino a sestultimi: la strada sappiamo non essere facile, ma conosciamo quanto sia più sotto controllo dello sbando che caratterizza team in condizioni simili.

Siamo un team motivato, con degli obiettivi, che adotta dei metodi molto precisi, il cui succo è il miglioramento attraverso l'empirismo analitico: tutto questo non ci differenzia dalla software factory media.

E tutto questo dovrebbe far riflettere la software factory media. E l'azienda che la ingloba ;-)