Un umore indefinibile, Parte I - La tana della Lupa

Non ci vuole troppo a descrivere il mio stato d'animo appena rientrato in Italia, ma credo che questa volta, a 48 dalla ri-partenza, posso tirare un sospiro di sollievo per la mia visita. Stasera cerco di inquadrare il soggiorno romano, a cui tenevo molto e che ha abbastanza disatteso le aspettative.

Sono partito un po' mesto, dato che ho appena traslocato in una casa da bomba e me la son goduta a mezzo (no internet, no vivande) 12 giorni fa, a quasi un anno esatto dalla mia relocation negli emirati. Ero tornato, 3 giorni, ad Ottobre, e sinceramente mi ero un po' affranto.

Chiaramente, com'era ben previsto, i piaceri culinari non si sono mai fatti mancare, anche se ho mantenuto un profilo basso per via dei chili di troppo che ho accumulato e che cerchero' di smaltire una volta rientrato in UAE: se c'e' una cosa che a Roma non tradisce mai le aspettative, e' un tocco di carne di quelle che lasciano il segno.

Una piacevole sorpresa e' stata poter trovare due macchinette fotografiche vecchio stile, una ad un mercatino dell'usato - in cui erano riposti cimeli storico come il robottino della mia infanzia di cui non ricordo il nome - ed un'altra direttamente ad Ars Imago, negozio fantaimmagignifico. Comprate le pellicole, gli effetti che si ottengono (guarda sopra la prima foto) sono quelli di instagram, quello vero.

I due fidati scudieri, Danie' e Da', non si sono chiaramente mai tirati indietro, e tra una passeggiata ed una mangiata c'e' stato il tempo per farci far scuola da Davidino al bowling. Note to self: mai piu' giocare a bowling, e' uno sport pensato male dalle radici.

C'ho pure provato a cercare un po' di arabate a Roma, ma la sheesha offerta a campo dei fiori era, obiettivamente, #nammerda: alla fine, pero', si trattava di passare un'ultima serata in compagnia, quindi chissenefrega.

Alla fine dei conti di Roma me ne sono un po' disinnamorato, perche' ora che l'austerita' si fa sentire, vivere nella capitale diventa sempre piu' un rodimento di culo; se non fosse che non la rivedevo da un anno, che non rivedevo molte faccio da lungo tempo, la mia alienazione sarebbe stata ancora piu' traumatica. C'e' stato il tempo per giocare a bowling, per rivedere gli amici del PUG Roma piu' forti che mai, per riabbracciare qualche guascone e per raccontere delle terre del deserto a chi ha sempre voluto ascoltarmi. C'e' stato il tempo per qualche polaroid, ma c'e' stata una troppa realizzazione di quanto sia difficile combattere contro il traffico, il tempo atmosferico (ma questo e' soggettivo), lo stress, i salari in un contesto demanding come quello romano.

Insomma, nun me regge, e come dice l'amico Daniele, vivere a Roma si tramuta in accanimento terapeutico.

In questi pochi giorni devo pure dire che a sfavore della capitale puo' aver giocato il tempo - che influisce molto sul mio umore - e l'impatto con l'Italia, che comunque non vedevo da Ottobre; essendo un paese in crisi economica, l'impatto fa sempre il suo effetto, che lo si voja o no.

All in all, pero', Roma e' sempre Roma: la tieni nel core, perche' anche se la odi, sai che cercherai sempre quell'attimo, dentro a te stesso, in cui penserai che te ne sei re-innamorato.